Immagina sabbia finissima e tanto bianca da accecarti, mare calmo dalle mille sfumature del blu, chilometri e chilometri di spiaggia senza turisti nè anima viva… riesci a immaginarlo? Ecco, questo paradiso esiste e si trova alle Bahamas.
Non c’è cosa più pericolosa per un viaggiatore che farsi un’idea di un luogo senza in realtà averci mai messo piede. Ogni volta mi riprometto di non farlo ma spesso ci cado. E’ inevitabile. Quando pensavo alle Bahamas, immaginavo sì mare tipo sfondo del desktop del pc dell’ufficio, quello con la palma leggermente ricurva e l’orizzonte del mare che si fonde con l’azzurro del cielo, ma poi in automatico collegavo la folla di turisti che prendono il sole l’uno attaccato all’altro, resort da mille e una notte collocati prepotentemente come mostri di cemento su queste spiagge da sogno. Mai scenario immaginato fu più sbagliato.
Le Bahamas sono uno stato dell’America centrale costituito da un arcipelago di 700 isole di cui 16 considerate le principali. Per concludere il nostro on the road negli States volevamo riposarci dedicando l’ultima settimana del viaggio su una di queste isole e qui il dilemma: quale scegliere? Dopo un pò di ricerche abbiamo optato per l’isola di Exuma, principalmente per due motivi: con Naussau (capitale delle Bahamas) e Grand Bahama, è l’unica ad avere l’aeroporto internazionale, perciò visto che arrivavamo da Los Angeles facendo scalo ad Atlanta volevamo evitare un ulteriore volo interno (da Miami c’è il diretto, circa un’ora di volo). Il secondo motivo è perchè qui ci sono i maialini che nuotano. Ebbene sì, vi sarà capitato di imbattervi in qualche foto che gira sul web dove si vedono letteralmente dei teneri maialini che nuotano tranquilli in un mare azzurro caraibico, ecco quest’immagine esiste per davvero e si trova proprio qui, esattamente a Big Major Cay uno dei tanti cays di Exuma.
L’isola di Exuma è selvaggia e autentica, la sabbia candida delle spiagge deserte in contrasto cromatico con le tonalità dell’acqua, fa di questo arcipelago uno dei più belli di tutte le Bahamas. Ecco, questo è il terzo motivo. A sua volta è formata da 365 cays ovvero isolotti disabitati o privati dove Great Exuma, lunga circa 60 km, è l’isola più grande dell’arcipelago e su di essa è situata George Town, il capoluogo del distretto. Great Exuma è collegata con un ponte alla seconda isola più grande, chiamata Little Exuma.
Cosa fare: qui tutte le spiagge e le escursioni possibili.
Quando andare:
il clima delle Bahamas è caratterizzato dall’assenza di un vero e proprio inverno e da temperature medie annuali elevate, su carta il periodo migliore va da febbraio ad aprile ma con una buona dose di fortuna e ottimismo, troverete giornate meravigliose anche ad agosto con sole che ustiona e acqua caldissima. Sì perchè diciamo la verità, se su tutta l’isola abbiamo trovato pochissimi turisti è proprio perchè il periodo non è quello dei più indicati in quanto coincide con la stagione degli uragani. Il periodo clou è fra la seconda metà di agosto e ottobre, ma la stagione ufficialmente dura dal primo giugno a fine novembre.
Noi siamo andati dal 13 al 19 agosto, dopo tante ricerche e aver chiesto il parere di chi i Caraibi li conosce come le sue tasche, pare che negli ultimi anni la stagione degli uragani si sia spostata a fine settembre/inizi ottobre così siamo giunti alla conclusione che volevamo correre il rischio e ci è andata più che bene. Abbiamo trovato sempre giornate soleggiate e ventilate, ideale per riuscire a stare al sole senza boccheggiare, mare caldissimo con temperature sopra i 30° C, qualche acquazzone intenso ma breve soprattutto la sera.
Quanto stare:
come ogni località esclusivamente di mare questo è un fattore molto soggettivo, noi abbiamo fatto 5 giorni pieni e sinceramente ci sono bastati, volevamo riposarci dopo i tanti km percorsi negli States. Non volevamo rinunciare a tutto quello che l’isola ha da offrire ma senza fretta, facendoci cullare da ritmi più rilassati rispetto le settimane precedenti con le sveglie all’alba (spesso anche prima!).
Come muoversi:
l’isola è attraversata da un’unica strada, la Queen Highway che la percorre da nord a sud. La guida è anglosassone, ci è voluto qualche giorno per abituarci a guidare a sinistra, ad ogni modo un adesivo attaccato sul cruscotto della macchina ve lo ricorda costantemente “Keep left!”. Parlo di macchina perchè, non essendoci mezzi pubblici, l’unico mezzo per vivere al 100% l’isola è appunto con il noleggio di un auto che potete fare direttamente all’arrivo a una delle tante agenzie collocate subito fuori dall’aeroporto.
Noi avevamo noleggiato una jeep con Berlie’s Car Rental per 70$ al giorno, sicuramente comoda per i brevi tratti sterrati che collegano la strada principale agli accessi alle spiagge, ad ogni modo nulla che un auto normale non riesca a fare. Ci è stata consegnata con il pieno che ci è bastato per tutto il soggiorno. L’abbiamo riconsegnata in aeroporto il giorno della partenza, c’è un benzinaio proprio poco prima di arrivare.
Dove soggiornare:
ci sono diverse soluzioni tra i resort sicuramente quello più grande (ma anche fuori portata per molti) è il Sandals, dotato di Spa, piscine e campi da golf. In alternativa villette in affitto, B&B e qualche piccolo hotel. Noi abbiamo optato per quello che ci sembrava il miglior compromesso tra prezzo e comodità, un appartamento prenotato tramite Airbnb al costo di 135 $ a notte (comprese le pulizie finali) con spiaggia privata. Ann, la gentilissima proprietaria dell’Ocean Sunrise, non risiede sull’isola, al nostro arrivo ci ha fatto trovare un taxi che ci aspettava fuori dall’aeroporto, due bici nell’appartamento che abbiamo sfruttato il pomeriggio stesso il nostro arrivo per raggiungere il market più vicino e la macchina a noleggio il giorno seguente proprio sotto casa. La casa è divisa in 3 appartamenti posti su 3 piani: al piano terreno vive una famiglia del posto che aiuta Ann nella gestione degli appartamenti, un piano rialzato dove abbiamo alloggiato noi e un terzo appartamento al secondo piano. L’appartamento è veramente enorme con una camera matrimoniale, bagno con vasca, una grande sala con cucina attrezzata e tutte le vetrate vista mare, aria condizionata e wifi. Davvero un’oasi di pace, qui l’unico rumore sono le onde che si infrangono sugli scogli. Perfetta per staccare completamente la spina.
Dove mangiare:
Ci sono diversi ristoranti e chioschetti sparsi per tutta l’isola, la cucina è all’americana, il pesce si trova praticamente sempre fritto.
- Concedetevi un pranzo o anche solo qualcosa da bere da Santanna’s Bar & Grill piuttosto a sud di Great Exuma, chioschetto sul mare dove si fermavano a mangiare Johnny Depp, Orlando Bloom e tutta la troupe durante le riprese del film “Pirati dei Caraibi”, chiedete di farvi vedere l’album di foto. Organizzano l’escursione a Sandy Cay ma ve ne parlo meglio qui.
- Proprio accanto c’è una sorta di “forno” dove un’adorabile big mama oltre a sfornare torte, tortine e altre dolcezze regala abbracci. Una meraviglia.
- Haulover Bay Bar & Grill a Rolletown (c’è il cartello sulla strada principale) è una vera chicca, vi sembrerà di essere dentro a uno di quei depliant delle agenzie viaggio. Armatevi di pazienza il cuoco, nonchè proprietario, ha i suoi tempi in cucina ma con Bocelli in modalità repeat come sottofondo e la location fuori dal mondo non sembrerà poi così lunga l’attesa.
- Catch a Fire Bar & Grill credo l’unico ristorante collocato nella parte ovest dell’isola, non ho idea di come si mangi ma fermatevi per cena, si potrà godere di un meraviglioso tramonto.
- Exuma Point Bar & Grill a nord dell’isola offre pranzo a buffet ma attenzione è aperto solamente il week end, organizzano l’escursione a Big Major Cay ma ve ne parlo meglio qui.
Per il resto abbiamo fatto sempre la spesa nei market cucinando a casa la sera e facendoci dei panini per il pranzo in spiaggia, il più fornito è quello a George Town. Preparatevi a cifre folli. Un esempio? Sacchetto di insalata verde 10$.
Info utili:
- La moneta ufficiale è il dollaro bahamense che ha la stessa quotazione del dollaro americano, perciò si può pagare e ricevere tranquillamente entrambe le valute. Le carte di credito non sono accettate ovunque, conviene arrivare con i contanti.
- Anche quando il cielo vi sembrerà coperto mettete la protezione 50+, tanta e spesso. La sabbia bianca riflette i raggi contribuendo a rosolarvi per benino.
- Per guidare è valida la patente italiana.
- Attenzione ai sand flies (o mosquitos), sono minuscoli moscerini ma tanto cattivi, si scatenano in particolare al crepuscolo e possono essere davvero fastidiosi, i becchi di zanzara a confronto sono carezze. Noi siamo stati fortunati, non ne abbiamo visti, molto probabilmente per la presenza costante del vento.
- Ricordatevi che per ogni servizio è buona cosa lasciare la mancia, quanto? Di norma pari al 15% dell’importo pagato. Molte strutture la includono già nel totale.
- Non fate affidamento in nessun modo alle previsioni, il tempo è molto variabile: un cielo nuvoloso che minaccia pioggia può rivelarsi nel giro di poco una splendida giornata di sole.
- Le spiagge sono selvagge senza attrezzatura di alcun tipo, è veramente difficile trovare un angolino di ombra perciò organizzatevi chiedendo alla struttura dove alloggiate se hanno un ombrellone che potete utilizzare e portare con voi.
Ciao! Ho trovato i tuoi consigli davvero perfetti, volevo sapere se per andare alla spiaggia dei maialini conviene dormire a Exuma o se ci sono escursioni anche da altre isole, sto chiedendo in rete ma con scarsi risultati.. voi avete noleggiato auto o barca? è consigliato prenotare prima di partire? Grazie!