Non si tratta di una classifica ma semplicemente di dieci luoghi, a nostro parere, imperdibili durante un viaggio on the road in Marocco.
Un teatro illuminato dalla luna: la piazza Djemaa El-Fna
Questa piazza può essere definita un vero circo a cielo aperto. Rimarrete ammaliati dagli incantatori di serpenti, incuriositi dai dentisti di strada e a bocca aperta davanti agli acrobati e ai folkloristici musicisti. Un miscuglio frenetico di persone, culture e attività tanto da sembrarvi il caos più totale ma che una sua logica ha. Godetevi lo spettacolo al tramonto da una posizione privilegiata, prendete qualcosa da bere in uno dei tanti bar che offrono la terrazza sul tetto che affaccia su questa folle piazza e osservate indisturbati le stranezze che ha da proporre. Quando cala il sole ritornate nel cuore della piazza, scegliete una delle tante bancarelle che preparano specialità marocchine, sedetevi e cenate prendendo parte ad uno degli show più chiassosi del mondo.
Fès, un labirinto chiamato medina
Vicoli stretti e tortuosi fanno di questo luogo uno dei più affascinanti di tutto il Marocco. Perdersi è scontato, molto probabilmente sarete costretti a pagare qualche dirham a qualcuno del posto perchè vi riporti al vostro alloggio. Ad ogni modo non c’è da preoccuparsi perchè perdersi in questo labirinto fa parte del compromesso per viverlo al 100%. Perciò il mio consiglio è quello di percorrerla senza una meta precisa, lasciandosi trasportare dal flusso di gente e meravigliandosi di quello che troverete dietro ad ogni angolo.
La città blu di Chefchaouen
Minuscoli vicoli, massicce porte chiodate, abitazioni dalla facciata pulita e in ordine tutto rigorosamente dipinto di azzurro. Collocata ai piedi delle vette del Rif, questa località di montagna fuori dall’itinerario turistico più classico merita senz’altro la deviazione per raggiungerla. Qui si trova una delle medine più belle di tutto il Marocco, ma a differenza di quella di Fèz essendo più piccola e raccolta è senz’altro più semplice orientarsi. Visitatela la mattina presto in modo da essere gli unici o quasi.
Una notte tra i nomadi nel deserto del Sahara
Non potete dire di aver visitato il Marocco se non avete passato una notte nel deserto. Un viaggio nel deserto non è solo un escursione sui dromedari. È un viaggio nella terra di nessuno.
E’ possibile vivere quest’esperienza sia nel deserto Erg Chigaga che nell’Erg Chebbi. Se, come noi, scegliete quest’ultimo una volta arrivati a Merzouga non perdetevi le curiose sabbiature, letteralmente bagni di sabbia alle quali locali e turisti si sottopongono per curare reumatismi e artrosi. Funzioneranno? Noi viste le elevate temperature rimaniamo volentieri con il dubbio.
Le escursioni partono da alloggi collocati al confine con il deserto, si parte nel tardo pomeriggio, quando il sole inizia a calare. A dorso di scomodi e pazienti dromedari si raggiunge il bivacco, un campo tendato protetto da grandi dune con tende in stile beduino dove cenare e passare la notte. Al tramonto e all’alba questo oceano di sabbia risplende di colori caldi e intensi, uno spettacolo emozionante nel silenzio più totale, un gioco di luci e ombre disegnate dalle dune di cui il vento modella continuamente i profili. Nel deserto, per le sue particolari condizioni climatiche e la totale mancanza di illuminazione, potrete addormentarvi con un impagabile vista della volta stellata. Qui trovate la nostra esperienza.
Trekking tra i villaggi berberi: il Cirque du Jaffar
Quest’insolita escursione di mezza giornata è realizzabile facendo tappa a Midelt. Noi ci siamo appoggiati direttamente alla struttura dove abbiamo pernottato, Ksar Timnay. Si parte la mattina presto con una jeep 4×4 con la quale si affronta il primo tratto sterrato fermandosi nei punti panoramici più suggestivi per scattare qualche foto. Una volta arrivati, si fa un trekking semplice ad anello in mezzo al canyon. Durante il percorso il silenzio sarà rotto soltanto dal rumore dei vostri passi che farà eco tra le alte pareti che vi circondano. Infatti gli unici incontri che farete, sono qualche asinello e gregge di pecore in compagnia del loro pastore. Prima di rientrare avrete la possibilità di pranzare presso una famiglia berbera che cucinerà per voi un’abbondante pasto a base di insalata marocchina e bocconcini di agnello speziati. Sicuramente una bellissima e autentica esperienza per incontrare la realtà del popolo berbero e contribuire concretamente al loro sostentamento.
La kasbah rossa di Ait Benhaddou
Situata a 30 km da Ouarzazate sulla strada che porta a Marrakech e costruita in cima a una collina per dominare la vallata, questa autentica kasbah è realizzata in mattoni di fango rossi e paglia. Fa parte di uno dei 9 siti del Marocco che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità. Superato il ponte d’ingresso, troverete bancarelle di souvenir e pochi residenti che guadagnano qualche dirham permettendo ai viaggiatori di visitare la kasbah passando dalle loro case. Arrampicatevi fino in cima per godere del magnifico paesaggio sulle palmeraie circostante e sullo sconfinato hammada, deserto pietroso. Questo luogo incredibile compare spesso sul set dei film ambientati in Marocco, donandogli la fama di una vera star hollywoodiana.
Il porto di Essaouira
Essaouira è una piccola città marocchina che si affaccia sull’Atlantico. Il porto di per sè vale la sosta, i protagonisti indiscussi sono gli animati pescatori che con i loro vecchi pescherecci contraddistinti dagli scafi verniciati di blu, si agitano armati di cassette di pesce che scaricano per venderle al mercato o su grandi banchi mentre i gabbiani sorvolano il cielo in gran quantità. Ci sono alcuni chioschetti che vi permettono di gustare il pesce appena pescato, cucinandolo sul momento. Oltre il porto, al culmine di una lunga spiaggia di sabbia fine si estendono le mura fortificate della città, dove all’interno si sviluppa la città vecchia, la medina dichiarata Patrimonio dell’Unesco ed il quartiere ebraico.
Essaouira è soprannominata Wind City of Africa, infatti per via della presenza costante del vento attira tanti surfisti ed è praticamente impossibile stare stesi in spiaggia senza essere “schiaffeggiati” dalla sabbia.
Le profonde gole del Todra
Godetevi una passeggiata ai piedi della grande frattura naturale nell’altopiano che divide l’Alto Atlante del Jebel Sarho, nel punto più stretto la gola arriva fino ai 300 m di altezza. Attraversata da un fiume, una leggenda locale attribuisce all’acqua cristallina che scorre miracolose proprietà benefiche e curative. Arrivate al mattino presto quando i raggi di sole penetrano nel fondo della gola e le rocce rosa assumono intense tonalità di colore creando incredibili giochi di luce.
I contrasti della Valle del Dades
Non lontano dalle gole del Todra, il paesaggio roccioso di questa valle è costellato di oasi, palmeti e suggestivi palazzi in mattoni di fango, proprio per questo è soprannominata valle delle mille kasbah. Il contrasto che si crea tra la rigogliosa vegetazione e le rocce dalle tonalità calde regalano al visitatore, che l’attraversa in auto, paesaggi bellissimi.
Un giardino botanico a Marrakech: il Jardin Majorelle
Oggi aperta al pubblico, è visitabile pagando un biglietto di ingresso 70 Dirham (circa € 6.50). Questa villa blu elettrico con dettagli giallo acceso, fu donata dallo stilista Yves Saint Laurent a Marrakech dopo che la città nel 1964 lo aveva adottato. Un rifugio dal caos e dal caldo cittadino, vi ritroverete in una piccola e raccolta oasi di pace curata nel dettaglio tanto da ricordare un piccolo giardino zen. Rilassatevi ammirando il giardino botanico che la circonda passeggiando lungo i sentieri all’ombra di alberi e piante esotiche, ruscelli e stagni ricoperti di ninfee.
Alla morte dello stilista francese, nel 2008, come da sue ultime volontà, le ceneri sono state sparse nel giardino.
Contrattando con un taxi è facilmente raggiungibile a un buon prezzo.