Chiedete a chiunque sia stato a Los Angeles che cosa ne pensa. La risposta sarà sempre solo una.
Deludente.
Che sia all’inizio o alla fine, per una notte o più, Los Angeles, è una tappa che difficilmente mancherà dal vostro itinerario americano on the road della west coast. E’ una sosta alla quale è impossibile rinunciare, il più delle volte esclusivamente per comodità, vista la fama che la precede.
Allora perché non trarne il meglio? Per noi Los Angeles era la tappa finale del nostro viaggio on the road ed ero “preparata”.
Avevo letto tanto a riguardo e proprio per il motivo che ho anticipato a inizio articolo non mi aspettavo molto da questa grande città californiana. Poi però, poco prima di partire, ho parlato a lungo con un caro amico che ha avuto la possibilità di viverla per qualche mese. L’ha assaporata lentamente, con i ritmi di chi vive in un luogo nuovo, giorno per giorno, senza fretta e con la gente del posto.
Lui si trasferirebbe a Los Angeles domani.
Ecco, questo per farvi capire che è una città difficile da comprendere in due giorni, trafficata e frenetica, ma questo non significa che non abbia nulla da offrire. Anzi.
Los Angeles è una città immensa, con i suoi 4320 kmq rientra nella top ten delle città più grandi del mondo per estensione, una vera e propria metropoli. Le distanze sono enormi, la soluzione migliore per visitarla è senz’altro con la propria auto a noleggio.
Se ci si concentra zona per zona scoprirete che ogni quartiere (sono appena 88) ha qualcosa da offrire e alla fine, sono convinta che la saprete apprezzare. Di certo non potrete restare indifferenti alla città degli Angeli.
Griffith Observatory
Situato nel quartiere di Hollywood a nord-ovest, in cima ad una collina all’interno del Griffith Park, da qui è possibile avere una panoramica dall’alto della città fino all’Oceano Pacifico. Un bellissimo edificio in stile Art Déco dove grandi telescopi sono a disposizione dei visitatori che vogliono puntare lo sguardo verso il cielo. Recatevi all’osservatorio nel tardo pomeriggio per godere del tramonto da una posizione privilegiata. Armatevi di pazienza per parcheggiare, noi dopo un po’ che giravamo abbiamo rinunciato a parcheggiare vicino preferendo fare qualche minuto in più a piedi piuttosto che rischiare di prendere una multa. L’ingresso è gratuito ed è chiuso il lunedì.
Inoltre da qui è possibile scorgere la famosa scritta Hollywood.
Santa Monica
Uno dei tanti motivi per cui Los Angeles è stata l’ultima tappa del nostro viaggio è proprio per questo luogo: il molo di Santa Monica.
Un ponte di legno che si affaccia sull’Oceano Pacifico dove, collocato proprio in mezzo al camminatoio, si trova il cartello che segna la fine della leggendaria Route 66: end of the trail. Qui si è concluso il nostro viaggio, il punto d’arrivo dopo aver percorso più di 5500 km in auto. Un luogo simbolico, magico, che ci ha emozionato facendoci rivivere in un attimo tutte le avventure vissute le settimane precedenti fino a quel momento.
Oltre al cartello, il Pier con il suo Pacific Park ha un piccolo luna park dove trovare diverse attrazioni come la colorata ruota panoramica ormai divenuta il simbolo di Santa Monica oltre ai negozi di souvenir di ogni genere e ai carretti di venditori ambulanti: qui ho mangiato l’hot dog più buono della mia vita!
Venice Beach
Dal Pier di Santa Monica tenendo l’Oceano alla vostra destra camminate fino ad arrivare a questo stravagante ed eccentrico quartiere.
Passeggiate sul lungomare, il Venice Boardwalk, vi imbatterete in un susseguirsi di curiosi personaggi: dagli artisti di strada ai culturisti che si allenano in palestre a cielo aperto, dagli skaters agli instancabili giocatori di basket. Quando vi sarete stancati dei ritmi e l’aria festaiola della zona beach prendete una delle tante viuzze perpendicolari e spostatevi internamente per capire il perchè del riferimento all’omonima città italiana: Venice Beach presenta una fitta rete di canali, infatti quando fu progettata nel 1905 da Abbot Kinney l’intenzione era proprio quella di riprodurre una nuova Venezia. Direi senza successo.
Disneyland e Universal Studios
Siamo stati indecisi a lungo se concederci questa tappa ma alla fine abbiamo preferito dedicare il tempo a disposizione alla scoperta della città stessa. Se siete degli amanti Disney inutile dirvi che non potete perdervi questo parco giochi.
Disneyland si trova ad Anaheim, ad una trentina di chilometri dal centro di Los Angeles. Il parco è aperto 365 giorni l’anno facendo sognare grandi e piccini. L’ingresso giornaliero non è proprio economico, varia dai 97$ a persona nei giorni feriali ai 124$ nel week end, ma pensare di visitarlo tutto in un giorno è impossibile: molti visitatori infatti scelgono di dormire almeno una notte in uno dei tanti hotel all’interno del parco, il biglietto per più giorni è scontato.
Un altro parco tematico famosissimo a Los Angeles sono gli Universal Studios, nel quartiere di Hollywood. Anche qui il biglietto d’ingresso non è proprio cheap ma, per gli amanti delle serie tv e film americani, si tratta di un vero paradiso dove poter dare libero sfogo alla loro passione cinematografica visitando direttamente i set più famosi.
Rodeo Drive
Alzi la mano chi non ha mai visto il film Pretty Woman ma soprattutto quale donna non ha desiderato essere nei panni di Julia Roberts almeno una volta nella vita. La Rodeo Drive, collocata nell’ordinato e pulito quartiere di Beverly Hills, non è altro che una strada dove fare shopping, carta di credito permettendo! Infatti i negozi che si susseguono sono tutti brand di lusso.
Una passeggiata concedetevela comunque, in fondo sognare non costa nulla no?
Mulholland Drive
Una bellissima strada scenografica da percorrere con la propria auto e accostare ogni volta che si vuole contemplare con calma, magari con uno scatto, Los Angeles dall’alto.
Hollywood Boulevard
Recatevi in questo quartiere per camminare sul tratto di marciapiede più famoso al mondo: la Walk of Fame. Passeggiate con lo sguardo rivolto al pavimento dove un susseguirsi di 2400 stelle di marmo rosa celebrano i più grandi attori, registi e musicisti di Hollywood, dal 1960 ad oggi. Arrivate fino al Chinese Theater: costruito nel 1927 in stile tempio cinese, con tanto di forma a pagoda dove nel piazzale proprio di fronte all’ingresso, impresse nel cemento, troverete le impronte di piedi e mani delle star con tanto di dedica.
Walt Disney Concert Hall
Nel quartiere di Downtown tra grattacieli e uffici anonimi improvvisamente spicca questa struttura dall’architettura davvero particolare. Progettata da Frank Gehry, non è altro che la nuova sede della Philarmonic Orchestra, rappresenta il simbolo culturale di Los Angeles. Le linee sinuose ricordano le vele di una barca con il vento in poppa mentre i raggi solari colpiscono i pannelli in acciaio riflettendo una quantità di luce incredibile.
Olvera Street
Questa strada pedonale collocata nella zona più antica della città, fa parte del Monumento Storico El Pueblo a Union Station. Una passeggiata qui vi proietterà direttamente nel cuore del Messico. Tra bancarelle di artigianato e souvenir messicani, ristoranti, musiche e colori vi farà dimenticare per un attimo di essere al centro della città più caotica della California.
Ci è andto mio papà più di 30 anni fa, mi ricordo dai suoi racconti che diceva essere molto bella, ma non pensavo così tanto! Mi hai fatto venire voglia di partire subito
Chissà poi 30 anni fa come deve essere stata.. che spettacolo!
Non sono mai stata a Los Angeles e devo dire che non è tra le mete che più vorrei visitare negli U.S.A., però, come dici tu, anche soltanto per curiosità è una tappa quasi irrinunciabile se ci si trova sulla West Cost! Io ad esempio non mi perderei Hollywood Boulevard, Santa Monica e Disneyland 🙂
Si esatto, quando capiterà di ripassare da qui gli Studios e Disneyland non ce li faremo scappare. Poi molto spesso i voli più economici sono proprio su LA.. una volta che si è lì vuoi non visitarla?! 😉
Ciao, visiteró Los Angeles tra pochi mesi. In particolare, attraverseró California, Nevada e Arizona. Qualcuno sa dirmi se la patente italiana è sufficiente per la guida? Grazie
Ciao Margherita, in merito a questo argomento sentirai/leggerai sempre pareri discordanti. Se può esserti d’aiuto noi per quasi 3 settimane tra California, Nevada, Arizona e Utah abbiamo guidato solamente con la patente italiana e al momento del ritiro dell’auto a San Francisco non ci è stata richiesta quella internazionale.